In un mondo di alti tassi dei Titoli di Stato, quali erano all’inizio degli anni ’80, che hanno toccato
un picco del 22% nel 1981, essere Consulente Finanziario comportava di spiegare ai potenziali
Clienti come mai i Fondi d’Investimento e le Gestioni Personalizzate di Portafoglio da me proposti
non venivano presi in considerazione dalle Banche che, a quel tempo, proponevano come
soluzioni al Risparmio Famigliare quasi sempre i Titoli di stato e qualche Azione della banca stessa.

Il turn around è avvenuto con l’approvazione della legge 77 del 23/03/1983 che istituiva la nascita
dei Fondi d’Investimento di Diritto Italiano: nasceva così anche in Italia, dopo anni di attesa, il
concetto di risparmio gestito.
Finalmente la figura del Consulente Finanziario, che fino ad allora sembrava muoversi all’ombra
dei grossi istituti di credito ha preso la fisionomia che gli competeva.
In questi quarant’anni sia i Risparmiatori e sia i Consulenti Finanziari sono enormemente cresciuti
in competenza e in consapevolezza sul tema della pianificazione finanziaria.
Per i Risparmiatori si è trattato di abituarsi al concetto base che qualsiasi investimenti viene fatto
per un certo orizzonte temporale ed è un compromesso tra rischio e rendimento mentre per i
Consulenti Finanziari si è trattato di ampliare le competenze finanziarie, estendendole ai campi
assicurativo e previdenziale, utili ad una solida pianificazione finanziaria.

In Italia, per poter svolgere l’attività di Consulente Finanziario, è necessario essere iscritti ad OCF
(Albo Unico dei Consulenti Finanziari) e ciò comporta ai loro iscritti di annualmente di dover
superare i vari test voluti dall’ESMA (European Securities and Markets Authority) e sia dal RUI
(Registro Unico degli Intermediari Assicurativi).
OCF e RUI sono Albi pubblici.